sabato 23 ottobre 2010
sabato 9 ottobre 2010
Formule di cortesia
Una volta ho fatto sesso con un ragazzo sulla spiaggia. Roba da scorticamenti. Quando era quasi l'alba, ci siamo ricomposti e siamo tornati al falò. Tornando, in riva al mare, mi ha preso la mano e mi ha baciato. Intuendo da una certa deformità sui sedili anteriori che poteva ricominciare tutto da capo e che avevo bisogno di tornare a casa ancora con l'arnese integro, lo allontano, gli accarezzo i capelli e gli sussurro, trascinandolo per un braccio: 'Andiamo'. Lui mi sorride come un ebete e io collego quel sorriso alla sofferenza che deve causargli il vuoto nel lato B.
Qualche settimana dopo, mentre litighiamo non so per cosa, forse perché devo aver detto qualcosa che implica una mia mancanza di interesse, mi dice: 'Mi hai detto ti amo e adesso ti neghi tutto!'.
'Io ti ho detto ti amo?!'
'Sì, e adesso fai finta di niente!'
'Ma quando mai?'
'Forse non ti ricordi, ma me l'hai detto!'
'Aspetta, non sono così pazzo, me lo ricorderei di averti detto una cosa così importante'.
Insomma, parlò talmente tanto in sua difesa, che mi convinsi di averglielo detto. Ma non era possibile, ci ripensai, che io gli avessi detto, senza aver bevuto, una cosa del genere dopo una settimana che ci vedevamo e che me ne fossi pure dimenticato. Lo richiamai.
'Quand'è che ti avrei detto ti amo, io?'
'Quella notte in spiaggia'.
'Quando?'.
'In riva al mare, mentre tornavamo dagli altri'.
'Non è possibile, io non te l'ho detto'.
'Sì che me l'hai detto. Mi hai baciato e mi hai detto ti amo'.
'Non te l'ho detto! Perché mai avrei dovuto dirti ti amo dopo una settimana che ci vedevamo?'
'Perché l'avevamo fatto'.
'E che c'entra?'
'Sono cose che si dicono'.
'Ti amo non è una cosa che si dice, è una cosa che si sente!'
'Ma io ti ho anche risposto 'anch'io''.
'Tu mi hai risposto anch'io???'
'Sì'.
'Dopo una settimana che mi conosci senti che ti dico ti amo e mi rispondi 'anch'io'?'
'Beh, era per non offenderti'.
Insomma, la mia perplessità aumentava, non riuscivo più a capire perché stavo da ore al telefono a discutere con uno che crede che 'ti amo' sia una formula di cortesia e che era convinto che avessi detto cose che sapevo di non aver mai detto. E con il quale avevo fatto sesso, era evidente, perché quella sera volevo strappargli i vestiti di dosso e non perché volevo portarlo in Spagna e sposarmelo.
Io non gli avevo detto ti amo. Perché voleva farmi credere che gliel'avevo detto?
Poi, ripensando alla dinamica del bacio in riva al mare, ebbi un'illuminazione. Avevo sussurrato: 'Andiamo'. Se sussurri 'andiamo' si sente qualcosa tipo: 'ntiamoh...'.
'ntiamoh...', pensai. Gli ho detto 'ntiamoh...'.
'Pronto?'
'Ti ho detto andiamo, non ti ho detto ti amo'.
Imparai due cose da quella storia: la prima era che il tizio aveva qualche problemino di udito, la seconda è che c'è chi ama per essere cortese. Se non è rispetto questo...
Qualche settimana dopo, mentre litighiamo non so per cosa, forse perché devo aver detto qualcosa che implica una mia mancanza di interesse, mi dice: 'Mi hai detto ti amo e adesso ti neghi tutto!'.
'Io ti ho detto ti amo?!'
'Sì, e adesso fai finta di niente!'
'Ma quando mai?'
'Forse non ti ricordi, ma me l'hai detto!'
'Aspetta, non sono così pazzo, me lo ricorderei di averti detto una cosa così importante'.
Insomma, parlò talmente tanto in sua difesa, che mi convinsi di averglielo detto. Ma non era possibile, ci ripensai, che io gli avessi detto, senza aver bevuto, una cosa del genere dopo una settimana che ci vedevamo e che me ne fossi pure dimenticato. Lo richiamai.
'Quand'è che ti avrei detto ti amo, io?'
'Quella notte in spiaggia'.
'Quando?'.
'In riva al mare, mentre tornavamo dagli altri'.
'Non è possibile, io non te l'ho detto'.
'Sì che me l'hai detto. Mi hai baciato e mi hai detto ti amo'.
'Non te l'ho detto! Perché mai avrei dovuto dirti ti amo dopo una settimana che ci vedevamo?'
'Perché l'avevamo fatto'.
'E che c'entra?'
'Sono cose che si dicono'.
'Ti amo non è una cosa che si dice, è una cosa che si sente!'
'Ma io ti ho anche risposto 'anch'io''.
'Tu mi hai risposto anch'io???'
'Sì'.
'Dopo una settimana che mi conosci senti che ti dico ti amo e mi rispondi 'anch'io'?'
'Beh, era per non offenderti'.
Insomma, la mia perplessità aumentava, non riuscivo più a capire perché stavo da ore al telefono a discutere con uno che crede che 'ti amo' sia una formula di cortesia e che era convinto che avessi detto cose che sapevo di non aver mai detto. E con il quale avevo fatto sesso, era evidente, perché quella sera volevo strappargli i vestiti di dosso e non perché volevo portarlo in Spagna e sposarmelo.
Io non gli avevo detto ti amo. Perché voleva farmi credere che gliel'avevo detto?
Poi, ripensando alla dinamica del bacio in riva al mare, ebbi un'illuminazione. Avevo sussurrato: 'Andiamo'. Se sussurri 'andiamo' si sente qualcosa tipo: 'ntiamoh...'.
'ntiamoh...', pensai. Gli ho detto 'ntiamoh...'.
'Pronto?'
'Ti ho detto andiamo, non ti ho detto ti amo'.
Imparai due cose da quella storia: la prima era che il tizio aveva qualche problemino di udito, la seconda è che c'è chi ama per essere cortese. Se non è rispetto questo...
venerdì 8 ottobre 2010
mercoledì 6 ottobre 2010
lunedì 4 ottobre 2010
Archive - Controlling Crowds
Cause I'm scared of their controlling crowds, Here they come: in questi tempi bui più che mai.
domenica 3 ottobre 2010
Amarcord
"Senza bacio della buonanotte si fanno sogni Kafkiani". Inizia così la prima pagina del mio diario di terza liceo. In un momento, a dire il vero frequente, di lucida follia scrissi questa perla di saggezza giovanile sulla mia amatissima smemo, ovviamente usando l'inchiostro verde smeraldo, che a quei tempi era una cosa molto figa. E' inutile starlo a sottolineare ma vedere la mia vecchia smemo grigia ormai quasi decennale mi ha messo un certo magone. Quanto tempo è passato, e soprattutto, quanti pipponi mentali inutili che mi sono fatto! Ed eccola li, tra le varie dediche idiote dei miei compagni di classe e la figurina di dj Albertino vedo spuntare la sua calligrafia! Quella della mia fidanzatina storica! Una certa Ida, caruccia, un po' nana, mediamente ochetta ma la meno brutta della scuola sicuramente. Il nostro fu un amore sopra le righe,o se vogliamo l'incontro maestoso di due imbranati che amavano sentirsi fighi. Glielo devo concedere: lei riusciva benissimo nel ruolo della reginetta della scuola e io, che in età preistorica, ero un adolescente dai gusti sessuali confusi ovviamente guardavo a lei come oggi potrei guardare una cassata: estasi e godimento insomma. Ma parliamo della nostra love story o se preferite di questo inguacchio senza testa nè coda. Ebbene, può succedere che ci si ami solo con le dita, insomma una storia braille fatta di manine tenute strette sotto al banco, di elastici di reggiseni fatti schioccare, di improbabili incroci medio-pollice. E così , tra un esercizio di chimica e un rigo di Platone, noi intrecciavamo le mani e ci sorridevamo. E poi c'era la parte più romantica. Finite le lezioni, si perdeva tempo in strada e lei fermandosi a guardare le vetrine mi diceva: "non è romantico"? e io: "no perchè siamo senza una lira". Sempre intrecciati però. P.S. Ora Ida è sposata perchè è rimasta incinta e quindi è corsa ai ripari. Forse lei rileggendo la sua smemo si intristirebbe più di me.
sabato 2 ottobre 2010
venerdì 1 ottobre 2010
Il misantropo nel paese dei balocchi
Erano quasi le sei di un pomeriggio afoso di Madrid. Le persone ingoiavano l'aria del vicino con gli occhi chiusi sperando in un refolo di vento che si spegneva nei loro respiri lunghi e caldi. Un uomo con fare meccanico stringeva forte un fazzoletto che grondava sudore ed in lontananza si sentiva il ronzio dei neon che stavano per esalare l'ultimo respiro. Tutti in silenzio, tutti in attesa di sentire la voce di colui per il quale erano accorsi in massa. Una voce corrosa dalla stanchezza cominciò a parlare in un microfono polveroso. 'Buonasera e grazie per essere venuti' furono le sue prime parole. Poi ripiombò il silenzio, diede un rapido sguardo all'ultima fila come se stesse aspettando qualcuno e riprese a parlare. 'Popolo il mio vuoto interiore e il confronto col mondo è sempre un collasso. Popolo il mio silenzio carico di parole e il confronto con gli intenti è sempre un collasso'. Qualcuno si mosse, erano parole inattese. 'La presa di coscienza tanto anelata si è mostrata nella sua cupa sfaccettatura e mi terrorizza. E' una strada senza ritorno.Non esiste un modo per dimenticare cosa si comprende andando avanti nel percorso della propria vita. E' impossibile regredire. Ignorare. E' impossibile dimenticare. L'unica conquista che ho raggiunto è il saper ricacciare il dolore prima che faccia troppo male.Prima che mini la lucidità e faccia perdere la ragione.Non so colmare i vuoti. Questo non lo so fare. A volte la verità è così squallida che arrivo a capire chi si ingioiella di perlate menzogne. L'isola che non c'è, cari compagni, è solo un'invenzione. Siamo stati ingannati, traditi, sfruttati, dimenticati. Volevamo raggiungere una serena saggezza con cui completarci.Ma vedere con questi occhi a volte sconcerta.Vorremmo possedere occhi diversi,che vedano altro,che smettano di osservare sempre il nero di quel sipario che si chiude.Triste è il percorso dell'eremita,compagno della sua lampada e dei suoi panni,in cerca del proprio posto,in cerca del proprio ruolo.Forse in cerca della sua felicità o di quei pochi attimi che ci restano prima dello schianto.Vorremmo vomitare ricordi per poi cancellarli e vorremmo poterci perdere per non dover digerire a tutti i costi questa realtà così indigesta ai nostri stomaci. E' per questo che rassegno ufficialmente le mie dimissioni, mi dimetto dalla vita, mi dimetto da me stesso e dai miei sogni. Ho imparato ad ascoltare il silenzio ma la nebbia avvolge il mio sguardo, non vedo nulla di quello che ho sempre cercato'. L'uomo si interruppe di colpo, si allontanò dal microfono e gettò a terra i fogli del suo discorso. La folla era incredula, nessuno osò dire una parola, tutti lo videro sparire dietro al tendone e nessuno seppe mai cosa ne fosse stato di lui. Il misantropo era ritornato nel paese dei balocchi.
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