venerdì 1 ottobre 2010
Il misantropo nel paese dei balocchi
Erano quasi le sei di un pomeriggio afoso di Madrid. Le persone ingoiavano l'aria del vicino con gli occhi chiusi sperando in un refolo di vento che si spegneva nei loro respiri lunghi e caldi. Un uomo con fare meccanico stringeva forte un fazzoletto che grondava sudore ed in lontananza si sentiva il ronzio dei neon che stavano per esalare l'ultimo respiro. Tutti in silenzio, tutti in attesa di sentire la voce di colui per il quale erano accorsi in massa. Una voce corrosa dalla stanchezza cominciò a parlare in un microfono polveroso. 'Buonasera e grazie per essere venuti' furono le sue prime parole. Poi ripiombò il silenzio, diede un rapido sguardo all'ultima fila come se stesse aspettando qualcuno e riprese a parlare. 'Popolo il mio vuoto interiore e il confronto col mondo è sempre un collasso. Popolo il mio silenzio carico di parole e il confronto con gli intenti è sempre un collasso'. Qualcuno si mosse, erano parole inattese. 'La presa di coscienza tanto anelata si è mostrata nella sua cupa sfaccettatura e mi terrorizza. E' una strada senza ritorno.Non esiste un modo per dimenticare cosa si comprende andando avanti nel percorso della propria vita. E' impossibile regredire. Ignorare. E' impossibile dimenticare. L'unica conquista che ho raggiunto è il saper ricacciare il dolore prima che faccia troppo male.Prima che mini la lucidità e faccia perdere la ragione.Non so colmare i vuoti. Questo non lo so fare. A volte la verità è così squallida che arrivo a capire chi si ingioiella di perlate menzogne. L'isola che non c'è, cari compagni, è solo un'invenzione. Siamo stati ingannati, traditi, sfruttati, dimenticati. Volevamo raggiungere una serena saggezza con cui completarci.Ma vedere con questi occhi a volte sconcerta.Vorremmo possedere occhi diversi,che vedano altro,che smettano di osservare sempre il nero di quel sipario che si chiude.Triste è il percorso dell'eremita,compagno della sua lampada e dei suoi panni,in cerca del proprio posto,in cerca del proprio ruolo.Forse in cerca della sua felicità o di quei pochi attimi che ci restano prima dello schianto.Vorremmo vomitare ricordi per poi cancellarli e vorremmo poterci perdere per non dover digerire a tutti i costi questa realtà così indigesta ai nostri stomaci. E' per questo che rassegno ufficialmente le mie dimissioni, mi dimetto dalla vita, mi dimetto da me stesso e dai miei sogni. Ho imparato ad ascoltare il silenzio ma la nebbia avvolge il mio sguardo, non vedo nulla di quello che ho sempre cercato'. L'uomo si interruppe di colpo, si allontanò dal microfono e gettò a terra i fogli del suo discorso. La folla era incredula, nessuno osò dire una parola, tutti lo videro sparire dietro al tendone e nessuno seppe mai cosa ne fosse stato di lui. Il misantropo era ritornato nel paese dei balocchi.
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